La nostra storia
1891
L’antica trattoria Sisti nasce nel 1891, quando il bis nonno Negri Sisto fondò un’osteria basata esclusivamente sulla mescita di vino di propria produzione (e di altri piccoli produttori del paese) accompagnata da spuntini caserecci.
In quegli anni l’osteria era conosciuta anche per aver al suo interno una piccola sala da ballo una cosa, per l’epoca, assai rara: con un antico verticale, ancora presente nel locale, si ballava a suon di valzer fino a tarda sera anche se “l’era pit stunat”.
Il locale è sempre stato un punto di ritrovo sia per fare quattro chiacchiere all’ombra di un enorme glicine, sia per fare una partita nel campo di bocce posto difronte al locale.
“ Mi raccontava la nonna che quando il bis nonno Sisto acquistava il vino, chi lo vendeva lo decantava come il più buono di Castione, ma poi quando erano all’Osteria e chiedevano “un mez de qel bun” (mezzolitro di quello buono) e il Sisto diceva “te dò de quel bun, te dò del tò?” (ti dò quello buono, ti dò il tuo) rispondevano con una imprecazione “sprefund! bevel po’ ti mi el bevi tut l’an” (bevilo poi te, io lo bevo tutto l’anno). Riusciva a rifilaglielo solo quando ne avevano bevuto una brenta di quello buono, e le occasioni non mancavano di certo a quei tempi.
Alla festa di San Martino, patrono del paese, al SISTI si faceva festa grande, il vino scorreva a fiumi e si ballava con il verticale. Era l’evento mondano dell’anno a Castione. Attirava tutta la gente delle contrade e dei paesi vicini, si ballava e beveva fino a tarda notte ultimando quasi sempre in una scazzottata, per una paesana o per un biccher di vino.
Altra occasione per bere il vinello era il gioco delle bocce, che il Sisto non mollava mai, ogni qual volta cominciava una nuova partita portava una pinta di vino e diceva “se po’ minga sta chi a fa filugn” era il prezzo da pagare a chi perdeva.
Il Sisto coltivava nella sua vigna l’uva del noto vino sassella e nel orto coltivava ogni tipo di verdura, famosa la aspargera che per la posizione soliva e riparata dava i suoi asparagi fino a stagione inoltrata, fichi e ciliegi erano rigogliosi e curati.
Quando il Sisto si appisolava sotto la grande glicine i “bagai” ragazzi cercavano di rubagli le ciliegie dalla pianta ma…si diceva che il Sisto dormiva con un occhio aperto e la ragazzata finiva sempre con una corsa nelle vigne.
1989
Agli inizi degli anni novanta, giovane coppia in procinto di sposarsi, decidiamo di ritirare la piccola osteria di famiglia per costruire il nostro futuro. Iniziano così anni pieni di cambiamenti, ristrutturiamo pezzo dopo pezzo il locale, cercando di trasmettere anche all’ambiente quella semplicità e quel calore tipico della vita in Valle. Sfruttiamo tutte le occasioni per imparare, sia dai nostri errori sia da chi non ci ha mai fatto mancare un aiuto o un consiglio.
Il Sisti stava diventando non solo un luogo di lavoro, ma anche parte integrante della famiglia che stavamo costruendo. Qui abbiamo cresciuto due figli ai quali abbiamo insegnato il valore del lavoro e dei sacrifici.
2011
L’attenzione per la qualità dei prodotti, la conoscenza in prima persona delle difficoltà che da celiaco si devono affrontare quando si mangia fuori casa, ci hanno spinto nel 2011 ad entrare nella grande famiglia dell’AIC. Da allora abbiamo cercato di offrire ai nostri clienti le versioni dei nostri piatti tipici (sciatt, pizzoccheri) che più si avvicinassero alle ricette tradizionali. Continuando a studiare e migliorare costantemente le nostre ricette.
2019
Nel 2019, abbiamo deciso di organizzare una grande festa per celebrare i nostri trent’anni di Sisti alla quale hanno partecipato tutti i clienti più affezionati che ormai fanno parte di questa grande famiglia.